Relazioni di qualità e non più “castelli di carta”. Dove iniziare?

Le tue relazioni sono mediocri o di qualità? Ti è mai capitato di aver visto crollare “castelli di carta”?

Se vuoi costruire relazioni importanti servono degli elementi tra cui l’ascolto attivo, di cui ti parlerò in questo articolo.

Sembra che sia calato il desiderio di ascoltarci reciprocamente, come se il pessimismo avesse vinto.

E invece è in atto un profondo lavoro di ascolto interiore che sta impegnando, per ora, i più coraggiosi. Questo lavoro sarà una pietra miliare per il Nuovo Mondo. Molte persone si stanno “riprogrammando” per esprimere nuovi modi di vedere la vita, nuovi comportamenti e per portare nuove regole sociali.

Se più persone iniziassero ad ascoltare molto profondamente se stesse e le persone intorno a sè questa Nuovo Mondo potrebbe arrivare molto presto. 

1. Posate i cellulari. Tornate a sfiorarvi le mani e a parlarvi con gli occhi.

A nessuno piacciono le cose di serie B. L’insoddisfazione è insopportabile. Un conto è l’imperfezione e un altro conto è vivere una vita di “seconda mano”.

Tutti sappiamo che i frutti non maturano da soli. Ci vuole il terreno fertile, un buon seme, acqua, sole, tempo e soprattutto amore. Però, molti confondono il tempo per il terreno: pensano di agire e invece stanno solo aspettando invano.

Non c’è più tempo di aspettare. È già tardi. Bisogna agire e bisogna agire con chiarezza e concretezza.

Una relazione di qualità richiede investimento di energie e tempo. Di certo, essa non ci crea sulle chat dei social network. Servono esperienze vissute insieme di persona, serve comunicare guardandosi negli occhi, serve ascoltare la parte più profonda dell’altra persona nei gesti, nei silenzi, nel tono di voce, negli occhi.

La soluzione è quella di posare i cellulare e di tornare a sfiorarsi le mani, a parlare con gli occhi, a ridere di gusto insieme.

É enorme il senso di mancanza. È urgente il risveglio collettivo di tornare “più umani”. È eccezionale chi ha molta cura delle relazioni importanti.

Serve tornare ad ascoltare attivamente, prima se stessi e poi gli altri. L’ascolto attivo è la capacità di concentrarsi completamente su chi sta parlando, di comprendere il suo messaggio, di comprendere le informazioni e di rispondere in modo coerente.

Quando ascolti diventi attento e questo migliora le relazioni. Nel campo privato aumenta la fiducia e la serenità, due pilastri per favorire l’amore. 

Nel campo aziendale migliora la negoziazione, il mentoring, il marketing, la capacità di gestire, istruire e intervistare. 

In linea generale, l’ascolto attivo ti aiuta a prendere decisioni in modo più efficace. 

È potente, vero? Adesso vediamo dove iniziare…

2. Essere ascoltati è una grazia che inizia dall'ascoltare se stessi. Come iniziare...

Inizia sempre da te. Può sembrare una scelta egoista ma in realtà è il contrario. Se non sai ascoltare te stesso non saprai ascoltare gli altri. In questo modo, appena riconoscerai degli elementi in te saprai riconoscerli anche negli altri. Svilupperai una sensibilità speciale che va ben oltre l’empatia.

Prima di aver guidato delle persone interessate al cammino interiore osservavo in loro rigidità e paura. Dopo già i primi “viaggi” dentro di sè qualcosa è cambiato: hanno provato un sollievo che solo l’incontro con se stessi dà.

Nel linguaggio tecnico si dice “Ritorno all’Uno”, che le persone più predisposte alla spiritualità sentono profondamente come “La Chiamata”.

Che tu sia una persona più pratica o più spirituale l’esperienza non cambia: le sensazioni sono autentiche, sincere e sagge. Ascolta le tue sensazioni. Raffina la capacità di ascoltarti e segui le sensazioni che ti danno sollievo, equilibrio e gioia.

Attenzione, questo accade solo dentro di te, e non dipende mai da ciò che accade fuori! Chi ha già partecipato a percorsi introspettivi intensivi sa che le proprie sensazioni, emozioni e pensieri dipendono soltanto da se stessi. Finalmente la scienza lo sta dimostrando: siamo noi i responsabili di noi stessi e della vita che viviamo, e ciò che inizia dal mondo interiore.

Bene, è tempo di scendere in profondità sull’argomento. Leggi il prossimo paragrafo e prendi carta e penna. Ricorda che è la maestria è nella ripetizione (Tony Robbins), quindi sii costante nell’allenare queste capacità!

3. Come costruire relazioni di qualità.

Quando una relazione può essere definita di qualità, secondo te? Sai, la risposta dipende dal livello di coscienza che man mano sperimenti. Con il metodo COCOLI è stato per me importante mettere in ordine i livelli di coscienza. Cercavo il modo in cui tutte le persone del mondo si comprendessero senza giudicarsi… ambizioso, non è vero?

Il giudizio è l’errore per eccellenza e deriva solo dalle proprie proiezioni. Ogni volta che ho messo da parte il giudizio verso una persona mi sono arricchita. Nessuno può giudicare nessuno. Ognuno ha da guardare solo se stesso. Più la nostra qualità (e livello di coscienza) sale e più le relazioni saranno di qualità. 

Se oggi il tuo concetto di qualità è avere accanto persone che ti ispirano e di cui ti fidi sappi che c’è molto, molto di più.

Compiamo i primi passi, ossia qualcosa che attraverso un articolo posso condividere insieme a te. Mettere in pratica questi piccoli consigli pratici farà già la differenza nella tua vita.

Relazionati con questi elementi con l’obiettivo di espandere la consapevolezza di chi sei oggi. Sai, quello che si vede in realtà è solo il 5% di quel che è. Se farai questa pratica con l’intento di creare una sincera connessione con l’altra persona comprenderai il vero valore di questo articolo: integrare la diversità. 

Lo so, ti ho parlato dei benefici pratici privati e professionali, ma per me non è abbastanza, voglio di più, per tutti. Per cui, imposta il “GPS” sul valore umano e non sull’effetto e ci allineeremo su un livello più alto già solo attraverso un articolo: VEDERCI, VEDERE L’ALTRO OLTRE CIÒ CHE SI VEDE.

Ecco cosa fare:

  1. Visualizza ciò che sta dicendo la persona che ascolti. Ti aiuterà a memorizzare le informazioni.
  2. Attendi una pausa per fare le domande. Spesso l’ansia di voler capire ti può far interrompere prima che la persona arrivi al “dunque”. Ognuno elabora le informazioni a velocità diverse. Coltiva la pazienza.
  3. Non offrire soluzioni, molto spesso le persone vogliono solo che tu ascolti. Forse ti sembrerà strano o inutile. Coltiva anche qui la pazienza, col tempo vedrai come gli elementi danzeranno perfettamente.
  4. Entra in empatia. Ascolta le emozioni dell’altra persona. Con COCOLI sviluppo più livelli di empatia, e sarà meglio rimandare a un altro articolo questo argomento.
  5. Guarda i segnali non verbali, e allineati con essi per guidare il discorso. Dicono moltissimo.

In virtù del quinto punto ho scelto di approfondire l’argomento, così da favorire il terreno di una rivoluzione di coscienza. Chi fa molta pratica sa che più scende in profondità, specializzandosi, e più salgono a galla semplicità di esecuzione, passione e intuizioni per implementare le capacità.

Quindi, ecco un acceleratore per te per allenare l’ascolto attivo nel prossimo paragrafo!

4. Boost! Aumenta la capacità di ascolto verbale e non verbale con queste indicazioni.

Hai mai considerato quanto comunichi senza usare le parole? Sappi che le parole sono solo un piccolissima parte della comunicazione. Molto di più di noi arriva senza parlare…

Capacità di ascolto attivo verbale

  1. Condividi esperienze simili. Mostrerai a chi ti ascolta che hai interpretato con successo il suo messaggio e magari puoi fornire soluzioni mostrando come hai superato la sfida.
  2. Usa affermazioni di consenso. Non interropere il discorso dell’altra persona e ti mostrerai attento. Esempi: capisco, sono d’accordo, ha senso, si, vedo.
  3. Richiama i concetti importanti. Chiarisci le informazioni vaghe.
  4. Poni domande a risposta aperta. Evita le domande a cui è possibile rispondere con un “si o un no”

Capacità di ascolto non verbale

  1. Sorridi con gli occhi Fai sentire l’altra persona incoraggiata e non intimidità.
  2. Mantieni il contatto visivo con l’altra persona. Questo dà all’altra persona un segnale non verbale che sei interessato a ciò che sta dicendo. Se sei timido, fai uno sforzo.
  3. Non guardare l’orologio. Lo so, come me potresti rischiare di far durare un incontro di lavoro 2 ore e mezza invece di 1. Può capitare.
  4. Non vuol dire che sei d’accordo con l’interlocutore, ma che stai elaborando il significato del suo messaggio.
  5. Sorridi anche con le labbra. Incoraggi la persona a continuare facendola sentire a suo agio.
  6. Sii calmo nei movimenti. Evita di muoverti di continuo, trasmetteresti agitazione.

Bene, per oggi è tutto. Sei pronto a fare pratica, prendi carta e penna e misura i progressi!

<< Il coraggio è quello che ci vuole per alzarsi e parlare; il coraggio è anche quello che ci vuole per sedersi ed ascoltare.  >>
Sir Winston Churchill

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Ciao! Sono Mariacristina Palmiero, autrice di corsi di consapevolezza e leader nei settori della medicina olistica e delle risorse umane.

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